Come si svolge una seduta di Neurofeedback Dinamico
La persona è comodamente sdraiata su una poltrona reclinabile. Le vengono aplicati due sensori sulla teca cranica nei punti C3 e C4 , uno sull’orecchio sinistro e due su quello destro, con lo scopo di registrare l’attività elettrica del cervello e inviare i dati ad un computer attraverso un amplificatore (zAmp) che trasforma il segnale elettrico da analogico a digitale.

Un potente software all’interno del pc, sviluppato dal neuroscienziato e neuropsicologo Dott. Valdeane Brown Phd, analizza questi dati 256 volte al secondo ed è in grado di determinare la “finestra operativa”, che rappresenta per ogni persona il margine di variabilità ottimale dell’attività elettrica del cervello.
Contemporaneamente viene fatta ascoltare per 33 minuti una musica melodica composta da Jeff Bova (produttore e arrangiatore che ha collaborato con Celin Dion, Michael Jackson e altri importanti musicisti e cantanti). Ad ogni forte variazione dell’attività cerebrale, definito “eccesso di variabilità interno”, il software è in grado di generare nel millisecondo successivo una breve interferenza o micro-interruzione della musica ascoltata, simile al saltare della puntina di un vecchio disco a 33 giri. Il cervello ama la musica melodica in quanto ne apprezza la coerenza, l’armonia e tende ad anticiparne l’andamento. Inoltre nel Neurofeedabck Dinamico il mezzo più veloce per comunicare con il cervello è l’udito.
Questo “feedback negativo” disattende le aspettative di coerenza che ha il cervello quando ascolta una musica melodica e lo stimola ad attivare i meccanismi della plasticità. Il cervello non ama le incoerenze (Ramachandran, 2002). L’interruzione ha per il cervello un significato, perchè accade in un momento ben particolare del suo funzionamento, cioè quando entra in una zona di incoerenza e di instabilità.
Se l’interruzione viene attivata è perchè l’analisi del segnale elettrico ha permesso di rilevare nell’attività neuronale una brusca variazione. La coincidenza temporale tra questi due eventi, turbolenza e interruzione, fa si che quest’ultima sia rilevante per il cervello. (Fournier et Bohn, 2011) Lo scopo è quello di stimolarlo ad un processo di autocorrezione e autoregolazione.
Quello che ho appena descritto non ha nulla a che fare con la musicoterapia, ma la musica viene usata come vettore al servizio di una tecnica che permette al cervello di allenarsi e migliorare la propria plasticità, producendo vantaggi dal punto di vista cognitivo ed emotivo.
Il Neurofeedback Dinamico è un metodo non invasivo e privo di effetti collaterali. Durante le sessioni non viene richiesta alcuna azione volontaria e cosciente da parte vostra, semplicemente vi potete rilassare accompagnati dalla musica e lasciando che il vostro cervello si autoregoli in tutta autonomia e senza essere forzato a prendere una direzione specifica. Non è un dispositivo medico, bensì un allenamento per il tuo cervello e danza micro-secondo per micro-secondo con esso offrendogli informazioni di cui ha bisogno per riorganizzarsi. (Fournier et Bohn, 2011)