Il Modello di Gerard Egan
Nel modello di counseling di G. Egan possiamo distinguere tre stadi logici e una fase finale detta implementazione. Ogni fase è caratterizzata da un compito specifico, sul quale si focalizza il lavoro del counselor insieme al cliente.
Tutti sono caratterizzati dall’avere in comune nel riconoscere una prima fase in cui viene dedicata attenzione all’esplorazione e all’approfondimento della situazione problematica del cliente. Questo significa capire i problemi e le difficoltà che hanno determinato la richiesta di aiuto qualificato. La prima fase è caratterizzata da un intenso lavoro al fine di ottenere conoscenza reciproca, relazione di fiducia basata sull’ascolto attivo e sulla comprensione empatica; è molto importante in quanto, se attuata bene, consente una visione sufficientemente approfondita non solo dei problemi, ma anche delle risorse, dei limiti, delle motivazioni, delle aspettative e della consapevolezza del cliente circa la sua situazione. La seconda e la terza fase hanno lo scopo di aiutare il cliente a immaginare nuove opportunità, a formulare nuovi obiettivi, cioè risultati che si vogliono raggiungere per poi scegliere tempo, piani d’azione e strategie efficaci. La fase dell’implementazione riguarda la traduzione in pratica delle decisioni prese negli stadi precedenti.
Le fasi del counseling, secondo alcuni, rappresentano momenti chiaramente distinti, che il counselor deve affrontare e gestire secondo una sequenza ordinata e precisa. Per altri, invece, queste fasi sono una guida concettuale ed ideale, una mappa per aiutare il counselor a capire dove si trova nel percorso con il cliente; un modello teorico quindi da adottare in maniera flessibile alla pratica, di situazione in situazione. Quest’ultima linea viene adottata da G. Egan.