Gli obiettivi del Counseling

L’attività di counseling può essere definita come una consulenza d’aiuto alla persona in merito a problemi di ordine personale o professionale. Volendo tentare una visione sistematica degli obiettivi del counseling possiamo evidenziare dieci punti che, nel complesso, concorrono a migliorare le possibilità del cliente di avere una vita con maggiori soddisfazioni e maggiori opportunità di realizzazione personale (Toneguzzi, 2007).

1. LA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ

La consapevolezza di sé è un’abilità che consiste nel conoscere sé stessi nelle varie sfumature che colorano un essere umano. Principalmente avere consapevolezza di sé significa riconoscere:

  • le emozioni e le nostre reazioni ad esse;
  • i nostri pensieri;
  • i propri bisogni e i propri desideri;
  • le nostre risorse e le nostre debolezze;
  • le nostre difficoltà e i nostri blocchi;
  • i nostri schemi di comportamento;
  • la modalità di reazione ai cambiamenti.

Consapevolezza significa quindi avere la capacità di percepire e riconoscere nel modo più chiaro possibile la realtà che ci circonda in ogni ambito e aspetto della nostra vita.

La consapevolezza è la fase nel ciclo dell’esperienza umana che precede e rende possibile la scelta: se so quali sono i miei schemi di pensiero, se conosco le mie emozioni, se so quali sono le mie risorse, i miei desideri, ma anche i miei blocchi e i miei limiti posso scegliere di conseguenza.

Essa mette le basi affinchè l’invididuo possa essere più autonomo nel pensare con la propria testa e nel sentire con il proprio cuore. Rappresenta quindi, per il counseling, il punto di partenza per un lavoro di trasformazione e di cambiamento verso obiettivi e scelte.

2. L’ACCETTAZIONE E LA PADRONANZA DI SÉ

In molte occasioni le persone tendono ad avere un giudizio negativo verso sé stesse soprattutto quando devono affrontare problematiche e difficoltà. Spesso il giudizio negativo e il rifiuto riguardano il proprio vissuto, le proprie emozioni e i propri comportamenti. Questo tipo di atteggiamento può portare a non essere consapevoli e anche a non riconoscere e quindi escludere qualche parte di noi e di conseguenza ne perdiamo il controllo. La padronanza di sé consiste infatti nella capacità di reggere e gestire le emozioni: in poche parole averne il controllo.

L’accettazione permette ad una realtà di esistere e di trasformarsi; quando siamo in grado di accettare senza giudizio una situazione di vita e lo stato d’animo conseguente, nel mondo interno si crea spazio, la percezione cambia, e cambia di conseguenza anche l’impatto emotivo (Cyrulnik, 1999, tr. it. 2000). L’accettazione permette di contenere ciò che accade e, come tale, rende l’individuo più grande di ciò che accade.  Nel counseling il cliente viene sostenuto in un processo di accettazione del proprio mondo emotivo migliorando, di conseguenza, la padronanza di sé.

3. LA CAPACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI (PROBLEM-SOLVING)

Il counselor, attraverso le tecniche comunicative e le abilità relazionali acquisite, aiuta il cliente ad esplorare la situazione problematica che sta attraversando, a illuminare i punti oscuri, a fare chiarezza dove non c’è, con lo scopo di aiutarlo a trovare soluzioni consone ed efficaci.
L’obiettivo non è certo quello di dispensare soluzioni, ma “aiutare il cliente ad aiutarsi”. Il counseling infatti non è mai direttivo e il cliente viene accompagnato a percepire cosa è più interessante per lui, quali potrebbero essere le soluzioni più convincenti e sostenendolo fino alla risoluzione del problema presentato.

4, LA CAPACITÀ DI PRENDERE DECISIONI  (DECISION-MAKING)

Spesso il cliente arriva a chiedere l’aiuto di un counselor in quanto si trova nella situazione di dover prendere delle decisioni; tante persone si trovano in uno stato confusionale che non permette loro di prendere decisioni o fare delle scelte. Anche in questo caso non si tratta di sostituirsi al cliente nel processo decisionale, ma aiutarlo a fare chiarezza proponendogli punti di vista diversi. Esistere, per certi versi, è un processo di decisioni continue.

Essere responsabile (capace di risposta) comporta essere presente, essere qui. Ed essere veramente presente significa essere consapevole. La consapevolezza, a sua volta, è presenza ed è una condizione incompatibile con l’illusione di irresponsabilità tramite la quale evitiamo di vivere le nostre vite o di sapere che di fatto le viviamo, qualunque cosa ne possiamo pensare.

5. LO SVILUPPO DELLE ABILITÀ SOCIALI (SOCIAL SKILLS)

Un altro obiettivo importante nel lavoro del counseling è quello di aiutare il cliente nelle relazioni sociali affinchè possa costruirsi una realtà interpersonale piena, significativa e più soddisfacente.  Si tratta di aiutare il cliente a maturare la capacità di saper stare nella relazione, intesa come insieme di atteggiamenti e modi di essere nei confronti dell’altro, nonché il riconoscimento dell’esistenza e del valore dell’altro e la consapevolezza delle reciproche posizioni.

Nel counseling il rapporto con gli altri costituisce uno degli oggetti più frequenti di intervento; attraverso l’ascolto attivo, l’empatia, il rispetto del cliente, il “non-giudizio”, la considerazione positiva, il counselor aiuta il cliente a migliorare le proprie abilità sociali facendo proprio da esempio.  Si traduce, nel lavoro di counseling, attraverso svariate modalità: dall’analisi di situazioni relazionali vissute dal cliente ad esercizi di espressione e simulazione, dall’informazione in merito a come funzionano le relazioni all’addestramento a determinate abilità comunicative (Toneguzzi, 2007).

6. LO SVILUPPO DELL’ADATTAMENTO (COPING SKILLS)

L’unica costante della vita è il cambiamento. Tutti gli esseri umani non possono sottrarsi a tale verità. Pertanto siamo continuamente esposti a cambiamenti di vario tipo: professionali, relazionali,

fisici,  interiori ecc ecc. Siamo anche sollecitati da istanze interne (bisogni, desideri, aspirazioni) ed  esterne (richieste, circostanze, eventi inaspettati). A volte i cambiamenti sono attesi, a volte arrivano improvvisamente e senza preavviso, a volte sono scelti e invece in altre sono subiti.

La capacità di adattarsi alle situazioni è una caratteristica di tutti gli organismi viventi. Il lavoro del counseling aiuta il cliente a trovare le migliori strategie mentali e comportamentali di adattamento per fronteggiare in modo adeguato situazioni stressanti. Per riuscire a raggiungere questo intento ritroviamo la necessità di aver lavorato sui precedenti obiettivi.

  7. I CAMBIAMENTI COGNITIVI

Molti degli approcci che orientano il lavoro di counseling identificano nei pensieri e nelle credenze dell’individuo l’origine e al tempo stesso la soluzione a molte delle problematiche umane. L’approccio cognitivista enfatizza il ruolo centrale del pensiero (Beck, 1976). Spesso il lavoro del counselor consiste nell’esplorare i pensieri, le credenze, le informazioni del cliente con lo scopo di scoprire le convinzioni che non lo aiutano a raggiungere un vita soddisfacente.

Anche in questo caso lo scopo non è quello di far cambiare idea al cliente, bensì quello di proporre punti di vista diversi, arricchire la sua “mappa cognitiva” permettendogli una visione della realtà più ampia e di avere più opzioni. Anche dare informazioni può essere utile a favorire cambiamenti cognitivi funzionali al miglioramento del benessere della persona. Dare informazioni,

infatti, è una delle abilità fondamentali del conselor e risponde alla necessità stessa del cliente di avere conoscenze precise in merito ad aspetti nei quali può trovarsi in difficoltà.

8. I CAMBIAMENTI COMPORTAMENTALI

Anche per quanto riguarda il comportamento di una persona si possono osservare situazioni disfunzionali o addirittura distruttive. Ma chi stabilisce che un determinato comportamento possa essere disfunzionale? Non di certo il counselor a cui non è dato il compito di fare la morale o la predica. Può, però, trovare insieme al cliente nuove modalità di gestione di determinati problemi o situazioni, spesso in alternativa a schemi fissi che si sono strutturati. Utilizzando il setting di lavoro, il cliente può sperimentare insieme al counselor, nuove possibilità e nuovi scenari avendo come garanzia un luogo protetto e sicuro.

9. L’EMPOWERMENT E LO SVILUPPO DELLE RISORSE

Empowerment è una parola inglese che può essere tradotta in italiano con “potenziamento”, “conferire potere”, “mettere in grado di”.

Il lavoro del counselor, essendo proteso al benessere del cliente, non può che essere fortemente orientato all’empowerment e allo sviluppo di tutte le risorse possibili del cliente. Soprattutto nei primi colloqui, il counselor deve essere molto attento ad indagare e a riconoscere quelle che sono le risorse del cliente e a valorizzarle. Essere attento a ciò che “funziona” nel cliente, permette al counselor di aiutarlo ad utilizzare le sue capacità autocurative e le sue potenzialità per superare le criticità e le condizioni avverse che il ciclo della vita gli impone.

10. LA REALIZZAZIONE DI SÉ

Questo ultimo punto in realtà rappresenta la cornice che da senso a tutto il resto, a tutti gli obiettivi precedenti. Il counselor aiuta il cliente a muoversi verso una maggior realizzazione di sé, affinchè, nel suo processo di maturazione,  possa diventare quello che è intrinseco alla sua natura di essere umano unico e irripetibile.