Viene definito acufene la percezione costante o discontinua di un fischio o di un ronzio che non sia causata da nessun tipo di stimolo, sia esso esterno che interno al nostro corpo.
Le percezioni sensoriali vengono elaborate dal cervello tramite segnali bioelettrici che derivano dalla conversione operata da specifici recettori che nel caso dell’udito sono le cellule ciliate presenti nella coclea dell’orecchio interno.
L’acufene è un sintomo che sta creando problemi a milioni di persone in tutto il mondo e sembra essere in costante aumento: sempre più persone ne soffrono. Per alcune persone è una situazione gestibile e che non influisce sulla loro qualità di vita. Per altre può essere veramente invalidante e creare disagi enormi sul piano cognitivo, emotivo e fisiologico: ansia, depressione, attacchi di panico, problemi del sonno, difficoltà di concentrazione, nervosismo.
Uno dei trattamenti ormai noto e accettatto è quello che agisce sull’ormone antidiuretico e sull’idrope ( eccesso di liquidi nell’orecchio interno ). La causa dell’acufene sarebbe appunto dovuta a questo eccesso di liquidi che “piega” le cellule ciliate che a loro volta producono il segnale biolettrico elaborato poi dal cervello. Il motivo principale è il rilascio dell’ ormone antidiuretico quale regolatore dei fluidi dell’orecchio interno. È possibile intervenire sul rislacio di questo ormone attraverso un carico idrico, un’alimentazione con effetti diuretici, la somministrazione di alcuni farmaci come cortisone e mannitolo. È noto, inoltre, che l’ormone antidiuretico venga rilasciato come conseguenza di forte stress; per questo motivo possono venire usati anche farmaci utili a contrastarlo. A livello nazionale possiamo contare sul dott. Andrea La Torre come uno dei maggiori esponenti del trattamento sull’idrope per curare gli acufeni.
La ricerca scientifica sta cercando di dare il suo contributo: un nuovo studio pubblicato sulla rivista “NeuroImage: Clinical” ha suscitato molto ottimismo. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale per creare dei modelli sulla funzione e sulla struttura del cervello, il nuovo studio (condotto presso l’Università dell’Illinois) ha scoperto che l’acufene è, infatti, nelle teste dei pazienti – in una regione del cervello chiamata precuneo.
Il precuneo è collegato a due reti inversamente correlate nel cervello: la rete di attenzione dorsale, attiva quando qualcosa tiene sveglia l’attenzione di una persona; e la rete di modalità predefinita, che sono le funzioni di “background” del cervello, e questa funziona quando la persona è a riposo e non pensa a nulla in particolare. Quando la prima (la rete di modalità predefinita) è accesa, la rete di attenzione dorsale è spenta e viceversa. Si tratta di un’area difficile da studiare e per questo non e’ stata mappata a sufficienza. Ma con le nuove tecniche e con questa particolare ricerca e’ emerso che il precuneo dei pazienti con acufene è più connesso alla rete di attenzione dorsale e meno connesso alla rete di modalità predefinita.
In Italia è stata condotta una ricerca molto interessante che ha dato dei risultati molto promettenti utilizzando il Dynamical Neurofeedback® Neuroptimal® con l’obiettivo di ottenere una neuromodulazione spontanea dell’attività elettrica cerebrale. Si ipotizza che il training con Neuroptimal® possa aiutare il cervello ad autocorreggersi ed autoregolarsi migliorando in questo modo la percezione dell’acufene e i sintomi ad esso correlati.
La ricerca è stata svolta dal Dipartimento di Biopatologia e Biotecnologie Mediche, Unità Operativa di Audiologia, Azienda Ospedaliera Policlinico Paolo Giaccone di Palermo, responsabile Dott. Aldo Messina, dal Dott. Giorgio Raponi, Otorinolaringoiatra e Otoneurologo dell’Asst-Milano Nord, da Marianna Franco Dott.ssa in Scienze e Tecniche Psicologiche e dalla Dott.ssa Michela Maria Di Nardo consulente statistico. La ricerca è stata coordinata in collaborazione con Neurottimo Sdn (presidente Dott. Francesco Lanza) , Neurottimo Srl Sb e la Zengar Institute Inc. (Canada).
Per valutare l’efficacia dell’utilizzo del Dynamical Neurofeedback® Neuroptimal® sono stati sottoposti pazienti volontari con diagnosi di acufene a cui sono stati somministrati dei questionari di autovalutazione sulla percezione dell’acufene e sui disagi da esso creato: livello di ansia, preoccupazione, stress, depressione, qualità del sonno.
Potete scaricare qui i risultati di questa ricerca.