Il cambiamento è una costante della realtà a cui non è possibile sottrarsi. È sufficiente osservare la natura o le persone per rendersi conto di tutte le continue trasformazioni a cui sono soggette. La consapevolezza del cambiamento è più evidente quando noi ne facciamo esperienza diretta. Ma in definitiva come possiamo definire il cambiamento o meglio cosa può costituire:
- una necessità: la crisalide che diventa farfalla per nor morire;
- un adattamento: ad esempio quando due genitori cambiano le loro priorità individuali e di coppia per amore dei figli;
- un’opportunità; quando una persona vuole rimettersi in gioco perchè stanca della situazione che sta vivendo.
Il cambiamento può essere visto anche come “il caos creativo della vita” oppure “la consapevolezza del rinnovarsi del tempo e della vita”. Lo viviamo tutti, nelle forme più svariate, nella soggettività delle percezioni, attraverso un’ampia gamma di sfumature emotive, elaborando profonde riflessioni o rimanendo sulla superficie del significato con le parole di tutti i giorni.
La ruota della nostra storia ha sempre girato intorno a due assi incrociati: la paura del nuovo ed il coraggio di cambiare.
Il cambiamento può mettere in crisi una persona. La parola crisi viene dal greco “krisis” e significa “trasformazione”, ma anche “separazione, scelta, giudizio”. Quando ad esempio una persona scompare viviamo questo cambiamento come una separazione che ci genera un dolore fortissimo; anche ogni decisione che prendiamo comporta la scelta di una direzione da prendere che ci costringe a cambiare schemi, comportamenti, riferimenti conosciuti per svilupparne altri del tutto nuovi: “tutto cambia, nulla è per sempre”.
Il cambiamento può essere scelto o subito, imposto o promosso, aspettato oppure inaspettato….
A volte rappresenta una scelta per cambiare qualcosa che non ci piace o non ci soddisfa: vogliamo dimagrire e quindi decidiamo di “metterci in dieta”, non siamo soddisfatti a livello professionale e cerchiamo un nuovo lavoro ecc ecc..
Possiamo, in sintesi, indicare il cambiamento come:
- la natura stessa della vita, la sua caratteristica più distintiva;
- un evento oppure una situazione che ci colpisce come un qualcosa di nuovo o di diverso che, dal nostro punto di vista, prima non esisteva o non era conosciuto;
- un comportamento intenzionale od una strategia che mettiamo in atto per raggiungere uno “stato desiderato” a livello personale, professionale o esistenziale;
- una dimensione sociologica che riguarda “il progresso” delle comunità umane e quindi degli individui che ne fanno parte.
Ognuno di noi è chiamato ad essere il timoniere che governa il veliero della propria vita, in un oceano di cambiamenti e trasformazioni. Per governare i cambiamenti in modo soddisfacente, così come del resto per vivere, sono necessarie le passioni, come ad esempio quelle che viviamo nella vita personale, affettiva e lavorativa: sono i venti che ci condurranno nel tranquillo porto della saggezza. Occorre quindi avere chiara la “rotta da seguire” : uno stile di vita intelligente, essere pronti e bravi a recuperare le “derive” che metaforicamente rappresentano i momenti di crisi, evitando in questo modo pericolosi “naufragi” come ad esempio malesseri o patologie o ritrovarsi “in secca” in fasi di stallo prolungato.
Sviluppare la capacità di governare i cambiamenti significa, da un lato, saper riconoscere le cosiddette “invarianze”, dall’altro, bisogna saper riconoscere cosa è soggetto a cambiamento e viverlo in maniera attiva e consapevole: bisogna nuotare nella corrente della vita, cercando a volte anche degli appigli per riposarsi e non farsi trascinare o sballottare dai flutti.
L’immagine di un mondo che fugge risucchiando vorticosamente dietro di sè le vite delle persone e delle nazioni, di tutto il mondo, rappresenta una tipica icona dell’era contemporanea. Nuovi rischi e nuove incertezze si alternano o si sovrappongono a nuove opportunità e nuove scoperte, nessuno può “far finta di nulla” o ritenersi escluso dalla globalizzazione.
È necessario configurare un sistema di ancoraggio interno per essere pienamente “centrati in sé stessi durante la gestione di momenti critici e cambiamenti potenzialmente destabilizzanti, come ad esempio un mancato raggiungimento di un obiettivo personale, un fallimento in un rapporto affettivo o la perdita di un lavoro. Essere centrati in sé stessi in termini di autostima, calma e lucidità di pensiero. Le persone che nel tempo diventano abili nell’applicare la tecnica dell’ancoraggio in sé stessi, nelle situazioni di criticità, sviluppano tutto il loro potenziale nell’affrontare e risolvere problemi, nel rafforzare l’autostima e nel rendere il proprio equilibrio interiore refrattario alla negatività emanata da certe persone o insita in alcune circostanze indesiderate. Senza la capacità di ancorarsi in sé stesse, le persone si ritrovano in balia degli eventi o “vanno avanti” per inerzia.
Le persone equilibrate, nel corso della loro vita assecondano o guidano i cambiamenti cercando di trarre opportunità di crescita e di miglioramento, assumendosi in prima persona la “responsabilità” del governo degli eventi.
Tali significati sono alla base, ad esempio, del concetto anglosassone di “Empowerment” che possiamo tradurre con le parole “Conferire potere, dare potere”…. Le persone “empowered” sanno come comportarsi, come agire, come intervenire. Chi riesce a governare in modo intelligente le evoluzioni personali e lo scenario nel quale si trova a vivere, senza ritrovarsi in balia delle circostanze, ha sicuramente una marcia in più ed in qualche caso anche la trazione integrale rispetto a quelle persone che passano la vita a “grattare” con la vana speranza di vincere qualcosa.
Ognuno di noi affronta bene o male le sue piccole o grandi difficoltà della vita, ma quello che oggi possiamo osservare è il fatto che sempre più persone reagiscono patologicamente ai cambiamenti “imposti” della vita.
Infatti possiamo identificare “persone equilibrate“, cioè individui che assecondano e governano i cambiamenti cercando di trarre opportunità di crescita e “persone patologiche” che reagiscono, apputno, in maniera patologica ai cambiamenti.
Per la maggior parte delle persone, nella realtà, non è mai facile affrontare un cambiamento, soprattutto quando è imposto o imprevisto. Il “segreto” sta comunque nel viverlo nel modo più costruttivo e impositivo possibile, traendo spunti per il futuro.
La strategia consigliata è di lavorare su sé stessi attraverso il porsi alcune domande riflessive e stabilire piani d’azione utilizzando le risposte che ognuno si è dato o ha ricevuto come indicazione da qualcun altro:
- “Cosa sta cercando di accadere?”
- “Se nulla avviene per caso, questo evento o “coincidenza non casuale” cosa può suggerire alla mia vita?”
- “Quali vantaggi posso trarre da questa nuova situazione?”
- “Con chi posso confrontarmi per ragionare costruttivamente sul cambiamento in atto”?
- “Quali altri significati di vita posso attribuire a questo cambiamento?”
- “Perchè non considerare la situazione come un’occasione per mettere alla prova le mie capacità?
L’alternativa a questo fondamentale atteggiamento introspettivo/progettuale è subire passivamente il cambiamento e quindi rimanere travolti o paralizzati dagli eventi.
Nello stesso tempo, non bisogna rimanere vittime dell’arroganza che nasce dall’aver affrontato con successo un cambiamento, nè cadere nella presunzione di ritenersi immuni da “difetti”.
Il counseling e la gestione dei cambiamenti
Il counseling è un percorso molto utile per aiutare le persone a gestire i cambiamenti. Attraverso i colloqui di counseling ti posso aiutare ad affrontare i vari cambiamenti della vita. Come ho già accennato precedentemente il cambiamento può essere subito ed inaspettato come ad esempio un licenziamento oppure essere lasciati dal proprio partner. Entrambi gli esempi che ho citato possono essere fonti di stress, sofferenza, preoccupazioni che possono creare un forte disagio.
Il mio compito è quello di ascoltarti con profonda empatia, aiutarti ad esprimere le tue emozioni soprattutto nella prima fase. Successivamente cercherò insieme a te di identificare, riattivare ed utilizzare le tue risorse per migliorare le tue capacità di adattamento. La capacità di adattarsi alle situazioni è una caratteristica di tutti gli esseri viventi: il mio lavoro ti aiuterà a trovare le migliori strategie mentali e comportamentali per fronteggiare in modo adeguato situazioni stressanti come possono essere quelle conseguenti a un cambiamento.
A volte il cambiamento può essere una scelta, come ad esempio migliorare il proprio stile di vita smettendo di fumare o decidendo di perdere peso. In questo secondo caso sarà per me importante identificare la qualità della tua motivazione a cambiare: si stratta di velleità o di volontà?
La velleità è la fase iniziale del processo di cambiamento in cui si ha preso consapevolezza di un problema ma non si ha ancora deciso di intraprendere azioni per risolverlo (vorrei, mi piacerebbe…). La volontà rappresenta la fase del processo io cui si è decisi a cambiare nell’immediato (voglio cambiare…). Evidentemente nella “volontà” c’è una motivazione superiore rispetto alla “velleità”. Insieme cercheremo di capire quali possono essere le resistenze e le riluttanze al cambiamento per poi trovare soluzioni e strategie per superarle.